La fine di un punto di riferimento per tutti i siciliani
30 marzo 2011

kastalia2011
In poche parole un istituto di credito che adottava il criterio del buon padre di famiglia: un modo di operare che consentiva di superare la contrapposizione dialettica fra creditore e debitore per riproporre un modello che potremmo definire paternalistico e collaborativo inteso a sostituire al conflitto la buona mediazione. Dirigenti, funzionari e dipendenti avevano, infatti, in modo più o meno evidente, tutti un volto, una voce, una capacita' di interlocuzione con la clientela che non si fermava alla verifica dei conti economici ma che s'immedesimava nelle vicende personali dei clienti che andava, cioè, oltre, confrontandosi con la situazione complessiva di colui che con cui si entrava in rapporto.
Il cliente era visto come persona e non come numero di pratica. Uno stile che faceva del Banco il riferimento locale, che ne faceva elemento imprescindibile, mi si consenta l'esagerazione, della vita dei siciliani. Da qualche anno, purtroppo, quel riferimento non c'è più. La poca lungimiranza politica di chi ha governato, maggioranza e opposizione compresa, e l'avventurismo di qualche dirigente, uniti al cupio dissolvi praticato da irresponsabili pezzi della società siciliana, ha consentito la sua liquidazione per pochi spiccioli giustificando come necessaria un'operazione che ha avuto tutta l'aria, e non sono il solo a scriverlo, di un regalo fatto a chi avrebbe dovuto salvarlo dal dissesto ma che, in realta', non si trovava in migliori condizioni dello stesso Banco.
Il Banco di Sicilia di oggi, ma quella e' solo una sigla che manterrà ancora per poco tempo, ha poco a che fare con il suo travagliato passato, ha infatti tutt'altra connotazione, tutt'altro stile, uno stile improntato a un professionalismo manageriale anonimo, che riduce tutto ai numeri, che non guarda in faccia nessuno, a cui, ci sembra, delle sorti del territorio non interessi più di tanto. Potrebbe, non me ne vogliano gli interessati, essere definito una dependance senza autonomia, popolata da un personale frustrato, e direttamente guidata da un grande fratello che da lontano, senza comprendere valori e pesi, indica linee aziendali (che a considerare come vanno le cose non sembrano poi essere cosi' brillanti), del gruppo stesso. Un istituto diverso, dunque, che anche per quanto sopra detto, perde perfino competitività rispetto a gruppi locali e che,mi si consenta la provocazione, sarebbe meglio che dismettesse subito quella sigla Banco di Sicilia, perché continuare a tenerla in vita, mi pare, costituisca ed e' in effetti e' tale, una provocatoria beffa per la nostra Sicilia.
Fonte: SiciliaInformazioni.com
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