Tuesday, 9 November 2010

La Sicilia: Ma quali neri e neri, il jazz lo hanno inventato i Siciliani!

Il triangolo d’oro del jazz siciliano
«Un prestigioso direttore Usa per esportare all’estero i talenti della zona orientale dell’Isola»
Giuseppe Attardi
Lunedì 08 Novembre 2010


Con 800 abbonati e più di 10mila presenze totali, è tra le rassegne musicali che registra la maggior affluenza di pubblico, tanto da essere candidata a ospitare nel 2012 il meeting annuale dell'Europe Jazz Network. Risultati importanti che stimolano Catania Jazz a proseguire sulla strada intrapresa, presentando un prestigioso cartellone per la ventottesima stagione concertistica 2010/2011, e, soprattutto, investendo il patrimonio d'esperienza e di stima sulle realtà locali.

Ue Jazz Network nel 2012 a Catania

Ai quattro eventi nazionali in esclusiva sui sette concerti in programma, infatti si affiancano la produzione discografica di Agata Lo Certo e di Beatrice Campisi e la nascita della Catania Jazz Orchestra che sarà assemblata con strumentisti locali nel corso di un laboratorio che si svolgerà nella prima settimana di aprile e che sarà condotto dal musicista, compositore e direttore d'orchestra americano Lawrence D. "Butch" Morris, uno dei più apprezzati "costruttori di ensemble" nel mondo.

«Tutto è partito da una intervista di Enrico Rava - racconta il direttore artistico Pompeo Benincasa dalla Finlandia, dove ha presentato in questi giorni la candidatura ufficiale di Catania per ospitare l'Europe Jazz Network - Il trombettista disse di aver trovato uno straordinario fermento jazz nella Sicilia orientale. Una realtà, in effetti, già confermata dai successi internazionali di artisti come Panascia, Cafiso e Quartarone. Adesso noi vogliamo fare emergere questo serbatoio. Ci serviva un catalizzatore per rendere visibile il progetto. Con Morris abbiamo firmato un contratto di tre anni per raggiungere questo obiettivo. Che comincia quest'anno con un'orchestra di 12/13 elementi, che potranno essere intercambiali in futuro, nell'intento di esportare il prodotto, prima nei festival italiani e poi all'estero».

La Sicilia protagonista del jazz, a livello mondiale. Corsi e ricorsi storici. La scena di New Orleans, all'inizio del Novecento, era piena di italiani ed i siciliani erano uno dei gruppi etnici più presenti. C'era addirittura una linea diretta di navi Palermo-New Orleans. Nel primo disco di jazz, della Original Dixieland Jazzband, il trombettista è Nick La Rocca, un siciliano. E' lui che ha scritto Tiger Rag, che è uno dei classici del jazz tradizionale. Il primo chitarrista a suonare in modo moderno era Eddie Lang, il cui vero nome era Salvatore Massaro. «Che il jazz sia stato fatto dai neri, il gruppo più consistente, dagli ebrei e dagli italiani, è un dato storico - afferma Enrico Rava - In Italia, invece, per colpa del fascismo, è arrivato tutto in blocco subito dopo la guerra, e noi eravamo di vent'anni indietro rispetto a tutti gli altri, quindi ci abbiamo messo un po'. E' stata dura, ma oggi finalmente abbiamo una grande quantità di musicisti».

Due progetti al femminile

Se l'orchestra Catania Jazz è in fieri, in primavera sono già programmati i dischi di Agata Lo Certo e Beatrice Campisi, due grandi voci femminili siciliane. Oltre ad aprire due serate della rassegna, saranno protagoniste assolute del "fuori programma" del 6 maggio, nel corso del quale presenteranno i loro rispettivi album.

Per Agata Lo Certo si tratta di un rilancio, cinque anni dopo il debutto per la "Due parole", l'etichetta discografica di Carmen Consoli, con Mutevoli sensazioni. «E' stata una esperienza formativa per me - spiega l'artista catanese - grazie a Carmen sono riuscita a esprimere meglio me stessa, sono diventata una cantautrice e oggi scrivere è diventata per me una necessità primaria. Se non ci fosse stato quell'inizio forse oggi non ci sarebbe stata questa nuova opportunità».

Il progetto con Catania Jazz è nato "sul campo". «Mi hanno chiamata ad aprire alcuni concerti di Noa - racconta Agata Lo Certo - E da lì è cominciata questa nuova avventura che mi consentirà di concretizzare tutto il materiale accumulato in questi ultimi anni. Credo di aver lavorato tanto su me stessa, avevo poca autostima e la mia timidezza non mi permetteva di mostrarmi per quello che sono davvero. Ho cercato di affinare la mia personalità artistica».

Agata Lo Certo tra Sicilia e bossa nova

Importante in questo percorso di rinascita anche la partecipazione al Festival della canzone siciliana, «che, dopo una fase "down", mi ha fatto riprendere la voglia di scrivere, di mettermi in gioco, di rialzarmi e, nello stesso tempo, di far affiorare i legami con le mie radici». E il pubblico e le giurie del Festival di Antenna Sicilia l'hanno premiata, a conferma del talento, ancora inespresso totalmente, dell'artista.

«Nel nuovo disco scoprirete la nuova Agata Lo Certo - annuncia - Un'artista più convinta dei suoi mezzi e che ha trovato il coraggio di mostrare tutta sé stessa, rimettendo assieme tutti i tasselli delle precedenti esperienze, tutto il background accumulato, dalla cantante dei pub che interpretava Joni Mitchell alla bluesinger, dalla cantautrice di Mutevoli sensazioni alla bossa nova e al jazz, sino alla canzone siciliana, perché almeno un brano in dialetto ci sarà».

Fonte: La Sicilia

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