Sunday, 6 February 2011

BlogSicilia.it: Rifiuti, per la prima volta tornano al mittente padano

Gli scarti radioattivi. Cose “turche” e cose “sarde”
di Guido Picchetti

5 febbraio 2011 - Una volta si diceva “Cose turche“… Ora, grazie alla preveggenza dei politici di turno, possiamo dire “Cose sarde“.

E nessuno degli isolani se l’abbia a male… Hanno tutta la nostra solidarietà, che, purtroppo, da sola, non può fare granchè…

Per capire il perché di questa nuova aggettivazione basta aver visto il notiziario regionale della TV di Stato di un paio di giorni fa. Un razzo militare abbandonato in una discarica completo di esplosivo vicino a Lanusei; sostanze radioattive (al Cesio 137) in due porta-container a Porto Vesme provenienti da Brescia; locomotive nuove perdute e ritrovate dopo trent’anni: sono solo alcuni dei fatti e misfatti che fanno da corona al “disastro ambientale di Porto Torres, di cui tanto si è parlato in quese ulttime due settimane, e che, a quanto pare, è tutt’altro che risolto… E poi dici che qualcuno perde la calma!

Ma veniamo alle scorie radioattive… L’Italia, secondo quanto ci dice il sito web “Costruendo l’Indro”, sarebbe l’eldorado dei rifiuti nucleari, sbarcati attraverso i porti di Ravenna e Genova per 30 anni da mezzo mondo: Usa, Francia, Germania, Turchia, Israele, Corea del Sud, Brasile, Arabia Saudita compresa.

Basterà citare il caso del container “MSCU 252503/6″, proveniente da Israele e sbarcato qualche tempo fa dalla nave San Francisco. Uno dei container sprigionava fumo consistente. La pericolosità del carico e la sua radioattività fu accertata dai Vigili del Fuoco con misurazioni ad hoc, poi ripetute dall’ARPA di Ravenna con lo stesso risultato.

Ma che fine fanno quelle scorie? Non è un mistero. Pare che le acque marine dello Stivale siano ormai una discarica chimica e nucleare a cielo aperto. Un’approfondita indagine giornalistica e subacquea -durata due anni- ha individuato un migliaio di container affondati prevalentemente nello Jonio, Basso Adriatico e Tirreno. E proprio di recente il sostituto procuratore Massimo Mannucci, della Procura della Repubblica di Livorno, ha richiesto al Ministero di Grazia e Giustizia un finanziamento per recuperare a 120 metri di profondità un container inabissato nei pressi dell’Isola d’Elba, senza avere risposta.

E se gli altri Paesi le loro scorie radioattive le mandano qui da noi, veri esperti nello smaltirle, bravi come siamo ad affondarle senza farci notare nel mare che ci circonda su tre lati, … noi, invece, le nostre scorie, ce le teniamo care care… Al massimo, in nome del federalismo, le mandiamo da Brescia in Sardegna, come la stessa TV di Stato nel suo notiziario regionale ha denunciato, riportando i fatti e misfatti “sardi” succitati !

Cosa è accaduto per l’esattezza ? È presto detto. Alcuni giorni fa all’ingresso dell’impianto di recupero rifiuti della “Porto Vesme srl” sono stati bloccati tre portacontainer sospetti. Prelevati numerosi campioni del carico, si è accertata la presenza di sostanze radioattive in due dei tre portacontainer, i quali trasportavano scarti di lavorazione contaminati da Cesio 137, provenienti dalle officine della società “Alfa Acciai” di Brescia. E adesso si sta cercando un luogo dove poter smaltire tali rifiuti, cosa niente affatto facile. Rifiuti ai quali frattanto nessuno si può avvicinare…

Ma com’è possibile, si chiedeva lo stesso commentatore in TV, che i container contaminati possano avere attraversato mezza Italia senza che nessuno si accorgesse della loro pericoloità? Sono proprio cose “sarde”, non c’è che dire …

Ultimissime dal “Notiziario Regionale della Sardegna” di Rai 3 di ierisera . I container con le 55 tonnellate di sostanze contaminate verranno rispediti al mittente a Brescia! La decisione è stata presa in mattinata dal Prefetto Balsamo in un vertice svoltosi presso la Prefettura di Cagliari.

Fonte: BlogSicilia.it

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