Sicilia-Cina
il recupero
Giovedì 14 Ottobre 2010
L'internazionalizzazione della Sicilia è la leva, finora inutilizzata, per rilanciare la nostra economia, in un contesto globalizzato nel quale se non si conquistano altri spazi si viene presto soffocati dai concorrenti che conquistano i nostri: non è più un "optional", ma una politica trasversale che deve orientare tutte le altre.
L'Accordo-quadro firmato nei giorni scorsi coi cinesi è il primo frutto della nuova strategia di internazionalizzazione, avviata all'inizio di quest'anno, quando il Presidente e il governo della Regione l'hanno affidata al Dipartimento per i rapporti extraregionali, abrogando l'Ufficio diretto nel passato da ambasciatori di carriera distaccati dal Mae.
Abbiamo sfoltito i Paesi-obiettivo, al fine di dare continuità con mezzi esigui ad azioni mirate, concentrandoci su tre priorità: 1) Area Euromediterranea; 2) Nuove potenze economiche, a partire dalla Cina, ma in prospettiva anche India e Brasile; 3) Vecchi "motori",
come Usa, Russia e Giappone. Non si escludono interventi su altri Paesi, solo se soggetti siciliani (imprese, università, etc.) lo richiedono.
La Sicilia, se completa rapidamente la sua infrastrutturazione può diventare la base logistica al centro del Mediterraneo per tutte le nuove grandi economie che stanno crescendo, poste per lo più a Sud, ospitando anche le loro imprese decentrate nell'Area. Allo stesso modo l'lrlanda, attirando le multinazionali americane, è passata negli anni '90 dall'ultimo al primo posto nell'Ue.
Con la Cina non c'era alcun serio rapporto della Regione, ma nei mesi scorsi abbiamo intrapreso un'azione di recupero, approfittando della "Missione di sistema" italiana e dell'Expo di Shanghai, per allacciare una ventina di rapporti con altrettanti soggetti cinesi, a partire dalla cultura, che è il nostro principale punto di forza, il biglietto da visita che apre la porta e ci fa sorpassare concorrenti ben più potenti e presenti all'estero.
Ora la Cina ci può consentire di accelerare e completare le grandi infrastrutture, non realizzate dall'Italia e dall'Europa, soprattutto se verranno meno i Fas e i fondi strutturali dopo il 2013, o per farne altre, come la ferrovia veloce Messina-Catania-Palermo. Alcuni interventi son già oggetto di approfondimento tecnico con la China Development Bank. Il vice governatore Gao Jian, che ha firmato l'Accordo con Lombardo, ha sottoscritto anche 5 dei 10 grandi contratti perfezionati in Italia durante la visita del premier Wen Jiabao.
Si partirà dall'energia rinnovabile diffusa, poi porti, aeroporti, ferrovie e collegamenti stradali (i cinesi sono affascinati dal ponte, di cui hanno voluto visitare i luoghi), fino al turismo, agricoltura e imprese ad alta tecnologia. Ma non vogliono diffondere notizie prima di risultati definitivi, per i quali chiedono tempi brevissimi, altrimenti andranno altrove, come già avvenuto con altri cinesi venuti nel recente passato. Condividiamo questa esigenza e non ci saranno "annunci" prima delle conclusioni.
Lombardo è richiesto ed atteso in Cina nei prossimi mesi, per definire e avviare i singoli progetti, che intanto un gruppo di lavoro misto sta predisponendo, con l'assistenza dell'Ice di Pechino diretta dal siciliano Laspina. A metà novembre i cinesi torneranno in Sicilia per visitare i siti degli interventi e incontrare i partner operativi. In primavera terremo poi un grande evento culturale nell'ambito dell'Anno della cultura cinese in Italia, aperto nei giorni scorsi da Wen Jiabao, e presenteremo i progetti selezionati per il finanziamento.
Speriamo che intanto si allarghi la ristrettissima platea di soggetti siciliani già orientati all'internazionalizzazione.
Francesco Attaguile - Dirigente generale del Dipartimento di Bruxelles e degli Affari extraregionali della Regione siciliana
Fonte: La Sicilia, 14 ottobre 2010
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