Conflitto sull’Alta Corte. Consulta in buona fede
di Raffaella Pessina
[Intervista del Quotidiano di Sicilia a Giovanni Carapezza Figlia, segretario generale della Presidenza della Regione siciliana]
Cosa pensa del mancato utilizzo dell’Alta Corte in Sicilia?
“Per quanto riguarda l’Alta Corte, ed essendo io avvocato, non posso non considerare che la Corte Costituzionale ha ritenuto non confliggente con quella necessità di ordinamento unitario la sussistenza di due organi che, a livello apicale, potessero stabilire quali norme fossero lesive della legittimità costituzionale e statutaria. In qualsiasi ordinamento è assolutamente impossibile pensare ad una pluralità di soggetti che presiedano a questa competenza”.
Non ci vorrebbe una norma costituzionale per mettere nel dimenticatoio l’Alta Corte?
“L’ordinamento giuridico vive anche di contraddizioni che è ben possibile risolvere. Queste contraddizioni sono apparenti perché si deve sempre fare riferimento a quei principi generali che formano il modo di leggere ed interpretare la singola norma. Cioè qualsiasi norma, anche costituzionale non può essere vista avulsa dal contesto in cui è inserita e quindi nel sistema stesso c’è la possibilità di ritenere che l’Alta Corte non può coesistere”.
La diversa composizione dei due organi comporta un orientamento delle sentenze diverso perché nell’Alta Corte c’è una composizione paritetica e nella Corte Costituzionale non c’è alcuna difesa della Sicilia.
“Non posso ritenere che la composizione della Corte Costituzionale induca ad assumere delle decisioni che siano favorevoli o sfavorevoli ad alcuno. La Corte Costituzionale ha una funzione di tutela della Costituzione nella sua globalità. Quindi tutela quelle attribuzioni che sono riconosciute allo Stato con gli ambiti di competenza che sono dello Stato, delle Regioni, dei Comuni e di qualsiasi soggetto istituzionale”.
Articolo pubblicato il 14 aprile 2011
Il curriculum di Giovanni Carapezza Figlia, segretario generale della Presidenza della Regione siciliana
Fonte: Qds.it
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