I vagoni della metropolitana dedicati ai briganti dell'800
Si chiamano "Brigante" e "Donatello" e sono i due nuovi arrivati in casa Ferrovia Circumetnea, sezione metropolitana. I nomi sono stati scelti in onore del cosiddetto "banditismo sociale" e in particolare di Carmine Crocco, detto appunto Donatello, reazionario italiano filo borbonico, passato alla storia come il "Generale dei Briganti" o "Generalissimo". Un storico bandito dalla fama non proprio edificante, ma che secondo l'azienda "tuttora per molti è considerato un eroe popolare". Il battesimo tenuto dal commissario Gaetano Tafuri (ex assessore al Bilancio della giunta Scapagnini) non è però passato inosservato. Dice Salvatore Lupo, ordinario di Storia contemporanea all'Università di Palermo e autore del saggio "Il grande brigantaggio" inserito nel volume "Guerra e pace": "E' vero, Crocco era il più famoso in quel periodo postunitario. Ma attribuirgli motivazioni politiche mi sembra forzato. Era un tagliagole". Ma Tafuri non è d'accordo: "La storiografia è scritta dai vincitori. Il banditismo è stato un movimento reazionario di fronte all'invasione del regno sabaudo, scialacquone e fortemente indebitato, che aveva bisogno di risanare le proprie casse" (di Rosa Maria Di Natale).
Fonte: Palermo.Repubblica.it
Tuesday, 3 May 2011
Monday, 2 May 2011
Qds.it: Statuto, segretario generale alla Presidenza Regione tradisce la Sicilia
Conflitto sull’Alta Corte. Consulta in buona fede
di Raffaella Pessina
[Intervista del Quotidiano di Sicilia a Giovanni Carapezza Figlia, segretario generale della Presidenza della Regione siciliana]
Cosa pensa del mancato utilizzo dell’Alta Corte in Sicilia?
“Per quanto riguarda l’Alta Corte, ed essendo io avvocato, non posso non considerare che la Corte Costituzionale ha ritenuto non confliggente con quella necessità di ordinamento unitario la sussistenza di due organi che, a livello apicale, potessero stabilire quali norme fossero lesive della legittimità costituzionale e statutaria. In qualsiasi ordinamento è assolutamente impossibile pensare ad una pluralità di soggetti che presiedano a questa competenza”.
Non ci vorrebbe una norma costituzionale per mettere nel dimenticatoio l’Alta Corte?
“L’ordinamento giuridico vive anche di contraddizioni che è ben possibile risolvere. Queste contraddizioni sono apparenti perché si deve sempre fare riferimento a quei principi generali che formano il modo di leggere ed interpretare la singola norma. Cioè qualsiasi norma, anche costituzionale non può essere vista avulsa dal contesto in cui è inserita e quindi nel sistema stesso c’è la possibilità di ritenere che l’Alta Corte non può coesistere”.
La diversa composizione dei due organi comporta un orientamento delle sentenze diverso perché nell’Alta Corte c’è una composizione paritetica e nella Corte Costituzionale non c’è alcuna difesa della Sicilia.
“Non posso ritenere che la composizione della Corte Costituzionale induca ad assumere delle decisioni che siano favorevoli o sfavorevoli ad alcuno. La Corte Costituzionale ha una funzione di tutela della Costituzione nella sua globalità. Quindi tutela quelle attribuzioni che sono riconosciute allo Stato con gli ambiti di competenza che sono dello Stato, delle Regioni, dei Comuni e di qualsiasi soggetto istituzionale”.
Articolo pubblicato il 14 aprile 2011
Il curriculum di Giovanni Carapezza Figlia, segretario generale della Presidenza della Regione siciliana
Fonte: Qds.it
di Raffaella Pessina
[Intervista del Quotidiano di Sicilia a Giovanni Carapezza Figlia, segretario generale della Presidenza della Regione siciliana]
Cosa pensa del mancato utilizzo dell’Alta Corte in Sicilia?
“Per quanto riguarda l’Alta Corte, ed essendo io avvocato, non posso non considerare che la Corte Costituzionale ha ritenuto non confliggente con quella necessità di ordinamento unitario la sussistenza di due organi che, a livello apicale, potessero stabilire quali norme fossero lesive della legittimità costituzionale e statutaria. In qualsiasi ordinamento è assolutamente impossibile pensare ad una pluralità di soggetti che presiedano a questa competenza”.
Non ci vorrebbe una norma costituzionale per mettere nel dimenticatoio l’Alta Corte?
“L’ordinamento giuridico vive anche di contraddizioni che è ben possibile risolvere. Queste contraddizioni sono apparenti perché si deve sempre fare riferimento a quei principi generali che formano il modo di leggere ed interpretare la singola norma. Cioè qualsiasi norma, anche costituzionale non può essere vista avulsa dal contesto in cui è inserita e quindi nel sistema stesso c’è la possibilità di ritenere che l’Alta Corte non può coesistere”.
La diversa composizione dei due organi comporta un orientamento delle sentenze diverso perché nell’Alta Corte c’è una composizione paritetica e nella Corte Costituzionale non c’è alcuna difesa della Sicilia.
“Non posso ritenere che la composizione della Corte Costituzionale induca ad assumere delle decisioni che siano favorevoli o sfavorevoli ad alcuno. La Corte Costituzionale ha una funzione di tutela della Costituzione nella sua globalità. Quindi tutela quelle attribuzioni che sono riconosciute allo Stato con gli ambiti di competenza che sono dello Stato, delle Regioni, dei Comuni e di qualsiasi soggetto istituzionale”.
Articolo pubblicato il 14 aprile 2011
Il curriculum di Giovanni Carapezza Figlia, segretario generale della Presidenza della Regione siciliana
Fonte: Qds.it
BlogSicilia.it: Statuto, l'accolita dei rancorosi a convegno
Un convegno del Lions sull'Autonomia e il Federalismo
Statuto? La Sicilia non può permetterselo
di Antonella Sferrazza
2 maggio 2011 - Quattro miliardi di euro. E’ il saldo negativo tra entrate e uscite per la Sicilia qualora si applicasse lo Statuto Autonomistico nella sua interezza. La stima della Ragioneria generale dello Stato, è stata resa nota dal costituzionalista palermitano, Giovanni Pitruzzella, nel corso di un convegno organizzato dal Lions Club, Distretto 108 YB, andato in scena nei giorni scorsi presso l’Oratorio SS. Costantino ed Elena, a Palermo.
Un’occasione per fare il punto sulle prospettive dell’Autonomia siciliana in vista del federalismo, come ha spiegato Maria Di Francesco, Delegato responsabile del Comitato Distrettuale Lions che ha curato i dettagli dell’incontro e che non a caso, per la prima sessione del convegno, ha scelto un titolo provocatorio: “Statuto della Regione siciliana: archeologia istituzionale o strumento per anticipare il federalismo?
Un titolo che ha ispirato non poco i relatori. A partire da Pitruzzella: “Si dice sempre che lo Stato nega alla Sicilia la possibilità di applicare lo Statuto. Non è del tutto esatto. Lo Stato chiede alla Sicilia di accettare onori ed oneri dallo Statuto. Il che significa non solo le entrate ma anche le spese. E poiché il saldo sarebbe di quattro miliardi in negativo la Sicilia tentenna”.
Il costituzionalista ha poi esortato a non guardare solo ai fatti di casa nostra e ad avere una visione più ampia: “Non possiamo ancora discutere di passato. Bisogna guardare avanti. Misurarsi con l’Europa, con i problemi dell’economia globale e tentare di metterci al passo con il resto del mondo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Sergio Mattarella, ex ministro in quota Pd, ed oggi componente del Consiglio di Giustizia Amministrativa: ” Non penso che l’esperienza dello Statuto sia stata negativa ma ha fatto il suo tempo. Ritengo che biognerebbe abolire la specialità delle regioni che oggi appare insensata soprattutto alla luce del federalismo”.
Ma la platea si è infiammata quando si è toccato il tema della questione meridionale. Una questione che, hanno ricordato numerosi ospiti dell’evento, continua ad essere tagliata fuori dall’agenda della politica nazionale.
I relatori hanno esortato gli ospiti del convegno non cadere nell’errore del ‘rivendicazionismo piagnone’ e a fare tutti un sforzo in più per tentare di non lasciare anadare del tutto alla deriva la Sicilia. Ma resta il fatto che la questione c’è. E mai come in questo periodo viene avvertita l’indifferenza dei governi centrali nei confronti di un gap economico che non accenna a diminuire. Questo è un fatto. E come ci ha insegnato George Bernard Show: i fatti sono testardi, tornano sempre.
A tirare le somme della prima sessione del convegno, cui ha partecipato anche il mensile Il Sud, sono stati Salvatore Giacona, Past Presidente Consiglio direttivo Lions e Rosario Pellegrino, IPG del Distretto Lions 108 YB Sicilia.
[Domanda: che ci faceva il mensile Il Sud lì in mezzo ad avallare l'illegalità?]
Fonte: BlogSicilia.it
Statuto? La Sicilia non può permetterselo
di Antonella Sferrazza
2 maggio 2011 - Quattro miliardi di euro. E’ il saldo negativo tra entrate e uscite per la Sicilia qualora si applicasse lo Statuto Autonomistico nella sua interezza. La stima della Ragioneria generale dello Stato, è stata resa nota dal costituzionalista palermitano, Giovanni Pitruzzella, nel corso di un convegno organizzato dal Lions Club, Distretto 108 YB, andato in scena nei giorni scorsi presso l’Oratorio SS. Costantino ed Elena, a Palermo.
Un’occasione per fare il punto sulle prospettive dell’Autonomia siciliana in vista del federalismo, come ha spiegato Maria Di Francesco, Delegato responsabile del Comitato Distrettuale Lions che ha curato i dettagli dell’incontro e che non a caso, per la prima sessione del convegno, ha scelto un titolo provocatorio: “Statuto della Regione siciliana: archeologia istituzionale o strumento per anticipare il federalismo?
Un titolo che ha ispirato non poco i relatori. A partire da Pitruzzella: “Si dice sempre che lo Stato nega alla Sicilia la possibilità di applicare lo Statuto. Non è del tutto esatto. Lo Stato chiede alla Sicilia di accettare onori ed oneri dallo Statuto. Il che significa non solo le entrate ma anche le spese. E poiché il saldo sarebbe di quattro miliardi in negativo la Sicilia tentenna”.
Il costituzionalista ha poi esortato a non guardare solo ai fatti di casa nostra e ad avere una visione più ampia: “Non possiamo ancora discutere di passato. Bisogna guardare avanti. Misurarsi con l’Europa, con i problemi dell’economia globale e tentare di metterci al passo con il resto del mondo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Sergio Mattarella, ex ministro in quota Pd, ed oggi componente del Consiglio di Giustizia Amministrativa: ” Non penso che l’esperienza dello Statuto sia stata negativa ma ha fatto il suo tempo. Ritengo che biognerebbe abolire la specialità delle regioni che oggi appare insensata soprattutto alla luce del federalismo”.
Ma la platea si è infiammata quando si è toccato il tema della questione meridionale. Una questione che, hanno ricordato numerosi ospiti dell’evento, continua ad essere tagliata fuori dall’agenda della politica nazionale.
I relatori hanno esortato gli ospiti del convegno non cadere nell’errore del ‘rivendicazionismo piagnone’ e a fare tutti un sforzo in più per tentare di non lasciare anadare del tutto alla deriva la Sicilia. Ma resta il fatto che la questione c’è. E mai come in questo periodo viene avvertita l’indifferenza dei governi centrali nei confronti di un gap economico che non accenna a diminuire. Questo è un fatto. E come ci ha insegnato George Bernard Show: i fatti sono testardi, tornano sempre.
A tirare le somme della prima sessione del convegno, cui ha partecipato anche il mensile Il Sud, sono stati Salvatore Giacona, Past Presidente Consiglio direttivo Lions e Rosario Pellegrino, IPG del Distretto Lions 108 YB Sicilia.
[Domanda: che ci faceva il mensile Il Sud lì in mezzo ad avallare l'illegalità?]
Fonte: BlogSicilia.it
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