Friday, 7 January 2011

Avvenire.it: A Monreale oriente ed occidente risuonano nel Regno di Sicilia

[Unica nota stonata: ma che c'entra l'italiano?]

28 dicembre 2010
MUSICA DELL'ANIMA
«Mons Regalis» canta la fede del popolo di Dio


Cantano i mosaici. Cantano le pietre del Duomo di Mon­reale. Per raccontare, tra sto­ria e leggenda, una fede che si è fat­ta segno concreto. Che si è resa pre­sente nella vita di una città, di una terra dove le culture si sono incon­trate. E, attraverso la bellezza, han­no trovato una via per dialogare. Mons Regalis è un grande affresco popolare. Un moderno oratorio che rievoca fatti e persone attraverso la voce di un cantastorie. È L’opera del Duomo , come l’hanno voluta intito­lare i suoi autori, il teologo Salvino Leone e la musicista Lucina Lan­zara, che hanno raccontato, in mu­sica appunto, una delle chiese più famose al mondo, quella domina­ta dal mosaico dorato e abbaglian­te del Cristo Pantocrator (nella fo­to).

Senti risuonare la lita­nia che apre la cantata e ti sembra di vederla tut­ta quella luce che, come spiega l’arcivescovo di Monreale, Salvatore Di Cristina, «la città ha sa­puto condividere gene­rosamente con i mille e mille visitatori, antichi e nuovi pellegrini, cercatori di Dio o solo cercatori inconsapevoli di u­na regale bellezza che pur sempre appartiene a Lui e narra di Lui». Mons Regalis è un viaggio nel tem­po. Fatto di musica e parole, di echi di gregoriano e di melodie rinasci­mentali, di suggestioni etniche e di sonorità contemporanee. Un viag­gio in cui l’ascoltatore è accompa­gnato da un cantastorie, il custode del Duomo, che in un siciliano mu­sicalissimo racconta la leggenda dell’apparizione della Madonna a Guglielmo il Buono, l’affascinante vicenda delle regole astronomico­religiose, seguendo le quali il duo­mo venne costruito, sino all’arrivo dei monaci benedettini.

Lingua popolare e lingua colta, il latino e il greco. Ma anche l’arabo e l’italiano. Fusi insieme attraverso la musica. Musica e parole che si muovono «nei meandri delle cul­ture che hanno attraversato la no­stra Sicilia, nel tempo e nello spa­zio » spiega Lucina Lanzara. Un viaggio, quello della cantata, parti­to nell’ottobre 2009 proprio nella basilica siciliana e che prosegue in queste sere, due date per il Circui­to del Mito. Mons Regalis sarà in scena domani a Messina, al teatro Vittorio Emanuele, e giovedì a Mar­sala, al teatro Impero in una nuova veste: la partitura diventa un’in­stallazione artistica con le coreo­grafie di Davide Padiglione e l’alle­stimento scenico di Sebastiano Ro­mano. Immutata la squadra musi­cale con le voci della stessa Lanza­ra affiancata da Julie Kench e You­sif Latif Yaralla, dall’ensemble vo­cale Sei ottavi, dall’attore Salvo Pi­paro e da un gruppo di musicisti a­gli ordini di Massimo Sigillò Mas­sara.

Artisti protagonisti anche del cofa­netto pubblicato proprio in questi giorni (etichetta Casa musicale Sonzogno, distribuzione Egea mu­sic) che raccoglie il cd con la regi­strazione della prima esecuzione di Mons Regalis, un dvd con il dietro le quinte del progetto e un volume con il testo della cantata. Un viag­gio che va oltre il tempo e raccon­ta la fede.

«Perché – spiega Leone – la sfida è stata quella di scrivere un’opera su Monreale che inquadrasse il Duo­mo sotto un profilo prettamente re­ligioso lasciando appena traspari­re in filigrana la complessità della sua genesi storica, il senso della cat­tedrale più che quello della fortez­za ». Una riflessione sulla storia, a partire dai mosaici che ripercorro­no l’Antico Testamento e culmina­no nel grande Cristo che domina l’abside. Per dire, con Dostoevskij, che «la bellezza salverà il mondo».

Fonte: Avvenire.it

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